Ecco SolarBuddy, la lampada solare che combatte la povertà energetica
Una delle forme più diffuse di povertà non è causata dall’insufficienza di cibo o di lavoro. Proviene dalla mancanza di accesso all’elettricità, nota anche come povertà energetica. Secondo le ultime statistiche dell’Agenzia internazionale dell’energia, circa 860 milioni di persone (PDF. Pag. 7) non hanno accesso all’elettricità. Devono obbligatoriamente utilizzare il fuoco come fonte di illuminazione notturna tramite lampade alimentate a cherosene o a combustibili solidi, una pratica che aiuta a produrre 190 millioni di tonnellate di CO2 all’anno.
“La povertà energetica è una delle più gravi forme di povertà”, afferma Johnathan Lamb, responsabile del design e dello sviluppo di SolarBuddy, un’organizzazione no profit australiana impegnata a portare la luce dove serve di più. “Ogni notte, più di 700 milioni di persone si ritrovano immerse nell’oscurità e spesso devono ricorrere a fonti luminose che utilizzano combustibili dannosi come il cherosene. Le famiglie arrivano a spendere fino al 40% del loro reddito per i combustibili utilizzati per l’illuminazione e per cucinare, alimentando il ciclo della povertà. Combattere la povertà energetica significa combattere il ciclo della povertà ed è fondamentale in un mondo equo e sostenibile”.
La povertà energetica ha un impatto spropositato sui bambini che, nelle economie emergenti, sono esposti a fumi nocivi, problemi respiratori e ustioni quanto gli adulti: 4,3 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento dell’aria negli ambienti chiusi. Inoltre, la mancata disponibilità di adeguati sistemi di illuminazione riduce le ore di studio, pesando sul livello di istruzione dei bambini.
Che la luce sia
Lamb e i suoi colleghi vogliono cambiare tutto questo. La soluzione di SolarBuddy è una semplice lampada portatile che può durare fino a dieci anni ed accompagnare un bambino nel suo intero percorso scolastico.
Con sede a Brisbane, in Australia, e con una presenza negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in India e nello stato insulare di Vanuatu, nel Pacifico, l’azienda si è avviata nel 2011 quando l’inventore e imprenditore a impatto sociale Simon Doble ha scoperto quante persone non avevano accesso a un servizio di illuminazione sicuro e affidabile. Lamb, designer industriale per formazione, si è unito al gruppo nel 2018.
SolarBuddy ha distribuito 125.000 lampade ai bambini di Papua Nuova Guinea, Cambogia, Zimbabwe e Repubblica Dominicana e ne ha consegnate molte altre in Vanuatu, India, Timor, Tailandia, Myanmar, Nepal, Tibet e in numerosi paesi africani. I risultati si vedono. Una ricerca condotta da SolarBuddy in Papua Nuova Guinea ha dimostrato che, grazie alle sue lampade solari, il tempo che gli studenti hanno dedicato allo studio è aumentato del 78% e che gli stessi sono riusciti a memorizzare più informazioni, ottenere voti più alti e migliorare significativamente la propria salute e il proprio benessere.
Tuttavia, Lamb afferma che le maggiori difficoltà nell’affrontare la povertà energetica dipendono dal fatto che questo problema è quasi totalmente sconosciuto. “Bisogna educare e sensibilizzare al riguardo”, dice. “Durante i nostri eventi di divulgazione tutti i partecipanti, dagli studenti delle scuole ai [dipendenti] aziendali, possono montare le lampade e scrivere lettere ai bambini destinatari che vivono in condizioni di povertà energetica”.
Nel 2019, SolarBuddy ha attirato l’attenzione della Autodesk Foundation ed è stato creato un team per estenderne la portata. Più di 3.000 dipendenti Autodesk hanno assemblato il prodotto di punta di SolarBuddy. Inoltre, Autodesk ha fornito i software per perfezionare i progetti dei prodotti, sfruttando le proprie competenze in tutte le discipline professionali. Il risultato è stato gratificante: i bambini hanno ricevuto 7 milioni di ore di luce per studiare.
Piccolo, ma raffinato
L’avanguardia dei prodotti SolarBuddy è la JuniorBuddy, un dispositivo robusto ed estremamente resistente, impermeabile, facile da montare e adatto ai bambini. La JuniorBuddy deve anche essere adattabile. Poiché in molti paesi il litio è classificato come prodotto pericoloso, la JuniorBuddy deve essere realizzata in modo da adeguarsi a tutta una serie di tecnologie a batteria senza bisogno di involucri diversificati, per essere conforme ai differenti mercati.
Il modello originale è stato progettato nel 2016 e ora, grazie a un nuovo aggiornamento, potrà massimizzare il suo impatto sociale. “Il nuovo design ridurrà il tempo necessario per il controllo qualità e perfezionerà i componenti elettronici per garantire maggiore longevità e usabilità”, afferma Lamb. “Abbiamo anche cercato di renderla più versatile in modo da poterla utilizzare per più applicazioni, in particolare per i soccorsi in caso di calamità. La sua utilità è già stata testata durante i devastanti incendi australiani e dopo il ciclone Harold a Vanuatu”.
Un’altra priorità era rappresentata dal risparmio di costi e materiali. La riprogettazione ha permesso di realizzare un packaging innovativo che si trasforma in un sistema di filtraggio e trasporto dell’acqua. Prima di dare il via alla produzione, il team ha utilizzato Autodesk Moldflow Insight per simulare virtualmente il processo produttivo e quindi ottimizzare la riprogettazione per diminuire i costi dei componenti e limitare i difetti di fabbricazione.
Collaborazione virtuale
Quando il team ha riprogettato la JuniorBuddy da zero ha tenuto in considerazione un altro elemento fondamentale: la collaborazione. Il flusso di lavoro e la progettazione dovevano essere indipendenti dalla postazione. In un mondo devastato dalla pandemia, bisognava lavorare completamente online e spesso in tempo reale, a volte con colleghi abituati a lavorare insieme dentro un ufficio o in uno studio.
Le parti della JuniorBuddy, così come i circuiti stampati, sono state ridisegnate e replicate in Autodesk Fusion 360, permettendo agli ingegneri di sottoporle a rigorose simulazioni e collaudi virtuali, prototiparle e infine inviarle alle stampanti 3D per confermare le prestazioni reali.
SolarBuddy collabora con scuole e aziende di tutto il mondo per assemblare le sue lampade, che vengono poi trasportate dove ce n’è bisogno. Studenti e sostenitori possono poi tenersi in contatto con i bambini che hanno aiutato, tramite aggiornamenti e lettere personali.
Per gli abitanti dell’opulento mondo occidentale, l’antica battaglia per contrastare l’oscurità della notte sembra qualcosa di cui si sono occupati i nostri predecessori Thomas Edison e Nikola Tesla quando i nostri bisnonni erano bambini. Può essere scioccante rendersi conto di quanto sia disperato il bisogno di luce in un’area tanto vasta del mondo moderno, ma la SolarBuddy ci aiuterà a sconfiggere il buio.