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Il nuovo stabilimento di Bulgari innova la tradizione (e sventa i furti di gioielli)

manifattura bulgari

L’arte orafa italiana emana tutto il suo splendore dagli Etruschi che nel VI secolo a.C., sotto l’influenza della civiltà egiziana e micenea, iniziarono una lunga tradizione di alta qualità artigianale nel paese.

Oggi, l’Italia è uno dei massimi produttori ed esportatori di gioielli in tutto il mondo. E questo grazie anche all’alta gioielleria e orologeria di Bulgari, un’azienda che onora la prestigiosa storia italiana guardando al futuro.

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Per gentile concessione di Bulgari

Il nuovo stabilimento di Valenza di Bulgari rappresenta infatti un mix unico di tradizione e tecnologia all’avanguardia. Valenza era un tranquillo paesino prima che l’orafo Francesco Caramora iniziasse a costruirvi un negozio intorno al 1817. Caramora ha portato e condiviso le proprie competenze particolari che hanno trasformato Valenza nella più famosa “città dell’oro” di quel periodo. Ed è qui che Bulgari ha scelto la sede per il suo nuovo stabilimento, ovvero l’ex bottega di Caramora, una casa colonica chiamata Cascina dell’Orefice, nella periferia del paese.

Con il supporto di Open Project, studio di architettura con sede a Bologna, Bulgari ha restaurato, ristrutturato e ampliato la cascina, trasformandola in uno stabilimento moderno e all’avanguardia che racchiude tutte le attività dell’azienda. Un’elegante struttura in vetro e acciaio è dedicata all’accoglienza e funge da punto di accesso agli uffici amministrativi, mentre lo stabilimento comprende un edificio di tre piani con un cortile interno di 600 metri quadrati. L’intera struttura si estende su oltre 14.000 metri quadrati, il che la rende la più grande manifattura di gioielleria d’ Europa e una delle più sostenibili, come dimostra la certificazione ambientale internazionale LEED Gold.

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La struttura in vetro e acciaio funge da punto di accesso agli uffici amministrativi dello stabilimento. Per gentile concessione di Bulgari.

Open Project ha dovuto considerare molti elementi particolari per rendere unico e funzionale uno stabilimento come questo. Oltre a preservare l’importanza culturale del sito e a soddisfare gli elevati standard estetici di un cliente come Bulgari, l’azienda ha dovuto rispondere anche ai requisiti tecnici della produzione di gioielli raffinati e alle sue rigorose esigenze di sicurezza. “Si tratta di uno stabilimento che produce gioielli, quindi, naturalmente, la sicurezza era fondamentale”, afferma Luca Drago, socio di Open Project.

La protezione dell’oro e di altri materiali pregiati, sia all’interno della struttura che durante il trasporto, e la conservazione dei segreti industriali di Bulgari sono state priorità assolute. Open Project ha lavorato a stretto contatto con i consulenti di sicurezza Bulgari per trovare soluzioni praticabili, uno dei molti processi di collaborazione utilizzati in questo progetto. “Abbiamo finito per disegnare l’edificio come una cipolla, con molti strati di protezione “, continua Drago. Con il nostro progetto edilizio e gli impianti di sicurezza integrati, abbiamo cercato di ritardare il tempo necessario a chi assalta l’edificio per arrivare effettivamente all’oro e ai valori”.

Come racconta scherzosamente Drago alla rivista Wallpaper : “Per arrivare all’oro, bisogna passare attraverso molti dispositivi e allarmi. Non è che puoi fare subito un colpo all’italiana! The Italian Job è stato per noi fonte di ispirazione”.

L’involucro dell’edificio è il primo strato della cipolla e serve a diversi scopi. Si tratta di un sistema di pannelli in alluminio, posto a poco meno di 2 metri dalla parete esterna della struttura, che funge da “prima linea di difesa visiva, perché impedisce di vedere all’interno dell’edificio”, commenta Drago.

bulgari factory jewelry
Per gentile concessione di Bulgari

Ma questa “pelle” di alluminio è più di una semplice barriera visiva; fa parte di ciò che rende la struttura un gioiello architettonico. I pannelli in alluminio sono rivestiti con un trattamento di colorazione elettrolitica che, durante il giorno, cambia con il movimento del sole. Le trame dei pannelli variano, e i fori cambiano dimensioni e posizionamento per creare una barriera opaca che non ostruisce la vista dall’interno, dove “la pelle metallica sembra trasformarsi in una cortina leggera” che immerge gli artigiani nella campagna circostante, secondo Bulgari.

L’elevata sicurezza della struttura impone ai dipendenti di rimanere nel complesso per tutta la giornata lavorativa. Ancora una volta, Open Project ha utilizzato l’architettura dell’edificio per affrontare questo problema, progettando un grande cortile interno nell’edificio della fabbrica che non solo porta luce naturale alle parti interne dello spazio di lavoro, ma funge anche da spazio di aggregazione per le pause dei dipendenti durante il giorno.

Oltre all’aspetto sicurezza, Open Project doveva creare un processo di progettazione multidisciplinare per soddisfare i rigorosi requisiti tecnici della struttura. “Ci siamo posti l’obiettivo di ottimizzare il processo produttivo, che doveva essere coordinato nei limiti imposti dai componenti strutturali prefabbricati e dall’insieme di impianti meccanici, elettrici e idraulici necessari per la lavorazione dei metalli preziosi”, continua Drago.

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Il cortile interno della manifattura Bulgari (a sinistra) e una vista della struttura completa dalla campagna circostante. Per gentile concessione di Bulgari.

La fabbrica è composta da 18 officine, denominate “isole”, raggruppate per famiglie di prodotti. Ogni “isola” ospita tutto ciò che serve per realizzare un particolare prodotto, compresi gioiellieri, incastonatori e lucidatori. Questo layout prevede 200 postazioni di lavoro per gioiellieri, ciascuna collegata al proprio sistema di elaborazione. Questa complessa configurazione ha reso efficace il coordinamento con gli ingegneri strutturisti, meccanici, elettrici e idraulici (MEP), indispensabili per il progetto.

L’approccio progettuale collaborativo di Open Project si è affidato fortemente al Building Information Modeling (BIM) e ai software Autodesk. “Le scadenze erano molto strette e diversi team – architetti, ingegneri strutturisti e MEP – hanno dovuto lavorare sullo stesso modello contemporaneamente”, afferma Giacomo Bergonzoni, BIM Manager di Open Project. “Utilizzando la Collection AEC di Autodesk, gli strumenti BIM integrati per la progettazione di edifici, le infrastrutture civili e le costruzioni, abbiamo sviluppato un unico modello multidisciplinare Revit , che si è rivelato di vitale importanza soprattutto per i sistemi MEP, che in questo tipo di progetto erano estremamente complessi”.

Grazie all’utilizzo delle più recenti tecnologie nella progettazione degli edifici, nella sicurezza e nei processi produttivi, Bulgari ha creato una fabbrica degna del suo marchio di lusso. E con una nuova scuola che forma i gioiellieri emergenti all’interno dello stabilimento di Valenza, Bulgari sta consolidando il suo radicamento nella tradizione del Made in Italy, oggi in una struttura architettonicamente bella che è anche un piacevole luogo di lavoro.

Informazioni sull'autore

Taz Khatri è un’architetta abilitata che guida uno studio, il Taz Khatri Studios, specializzato in piccoli edifici multifamiliari, conservazione del costruito storico e interventi commerciali di ridotte dimensioni. Taz è appassionata di equità, progettazione urbana e sostenibilità. Vive e lavora a Phoenix, in Arizona.

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