Artista inglese crea con Ego le macchinette per tatuaggi che proteggono la mano all’opera
Se gli atleti riportano lesioni del legamento crociato anteriore e del bicipite femorale, gli astronauti soffrono di atrofia muscolare e di disturbi legati all’esposizione alle radiazioni: molti mestieri, per il particolare impegno fisico richiesto, presentano malattie professionali correlate. Per quanto possa sorprendere, l’arte del tatuaggio non ne esce indenne.
“L’artrite e le altre malattie reumatiche colpiscono abitualmente non solo i tatuatori, ma chiunque maneggi una penna o una matita per periodi di tempo prolungati” afferma Richard Beston, professionalmente noto come “Bez”.
“Quando disegniamo o scriviamo, la presa impiega più forza muscolare di quanto siamo consapevoli, provocando una tensione nel nostro corpo”, aggiunge. “Quando adoperiamo una macchinetta per tatuaggi, il peso e le vibrazioni amplificano lo sforzo, con un conseguente aumento potenziale delle complicazioni legate alla salute. Condizioni quali la sindrome del tunnel carpale colpiscono abitualmente i tatuatori, riducendo la durata della loro carriera”.
Bez è approdato relativamente tardi al mestiere di tatuatore, quando già soffriva di mal di schiena, cosa che, a suo dire, lo aveva reso più consapevole dell’uso del proprio corpo durante lo svolgimento del lavoro. Subito dopo aver fondato i Triple Six Studios a Sunderland, in Inghilterra, si era reso conto che le macchinette di serie dovevano diventare più ergonomiche. Le continue sensazioni di dolore al polso, confermate dai colleghi, convinsero Bez a ricostruire completamente le macchinette per tatuaggi, per preservare la propria salute e quella di chi esercita questo mestiere.
Meccanismi interni
Bez, tuttavia, non essendo un ingegnere, non aveva mai progettato o costruito macchinette per tatuaggi. Dovette apprenderne da solo il funzionamento. Benché si trattasse di dispositivi relativamente semplici, la curva di apprendimento si rivelò ripida.
Gli fu d’aiuto, però, la precedente carriera di disegnatore di oggetti del mondo reale in ambito digitale. “Ho un passato nell’industria dei videogiochi, che mi ha permesso di acquisire una notevole conoscenza ed esperienza, lavorando con i software di progettazione 3D”, spiega Bez. Operare con strumenti CAD e utilizzare Autodesk Fusion 360 per concettualizzare i suoi progetti non è stato difficoltoso. Bez racconta come l’esecuzione di molte funzionalità di base avvenisse perfettamente nel passaggio da un campo professionale all’altro.
Un grave difetto delle macchinette per tatuaggi tradizionali era la distribuzione del peso, quindi la prima priorità di Bez fu quella di spostare il centro di gravità sopra la parte superiore del tubo e lontano dal dorso della mano, facendo in modo che l’artista la impugnasse come una penna. Questo significava ridisegnare il meccanismo interno.
Nelle macchine più vecchie, quel meccanismo era costituito da una bobina. Bez, invece, ha realizzato un sistema rotante unico nel suo genere grazie all’impiego dei cuscinetti senza lubrificazione forniti da igus, un produttore specializzato nella produzione di cuscinetti in plastica. Questo sistema smorza l’ago in modo più efficace e riduce il rumore e le vibrazioni. Successivamente, nei suoi modelli Ego, Bez ha introdotto un ago che converte il movimento rotatorio in un azionamento lineare utilizzando delle guide speciali, con il risultato di eseguire una puntura più accurata perché elimina le vibrazioni laterali delle macchinette tradizionali.
Poiché le tradizionali impugnature in acciaio sono sottili come matite, è necessaria una pressione sostenuta per tenerle ferme. Questo provoca il dolore e i calli che i tatuatori conoscono fin troppo bene. Così l’innovazione successiva è stata la realizzazione di una presa più grande e morbida (la Biogrip), che richiede una pressione molto minore. Una ulteriore evoluzione progettuale, denominata Power Triangle, è stata così rivoluzionaria da essere brevettata.
Un’azienda nata per caso
Compiuti questi enormi passi avanti, Bez ha creato una società per sviluppare e commercializzare ulteriormente la tecnologia. Ha sede a Sunderland e ora il suo team vende macchinette per tatuaggi, impugnature e accessori con la denominazione di Ego.
Il nostro quarantasettenne però sostiene di non averne mai avuto l’intenzione. “L’obiettivo era solo quello di rendere la vita più facile agli artisti, ma la conoscenza e la comprensione degli aspetti commerciali di questa attività è avvenuta mediante un’altra ripida curva di apprendimento”, dice Bez. “Abbiamo ampliato le nostre strutture originali quando ci siamo resi conto che i prodotti erano molto richiesti.
“Avevamo bisogno di un’operazione più sofisticata, ma trasformare l’idea in un business è stata una delle sfide più grandi”, continua Bez. “Solo ora stiamo imparando quanto siano importanti il marketing e le ricerche di mercato, oltre al disegno puro e semplice. Il business che ne è derivato è stato il risultato del nostro tentativo di risolvere questi problemi man mano che ne siamo divenuti consapevoli”.
Per prima cosa, Bez e il suo team hanno semplificato i metodi di prototipazione. È stato un processo iterativo alla ricerca del modo migliore per costruire e testare nuovi modelli, ma Bez pensa che ormai abbiano raggiunto un grado elevato di professionalità e competenza.
“In passato, il progetto veniva inviato in Germania o in Cina, dove dovevo recarmi per controllare il prototipo, apportare modifiche, aspettare che venisse realizzato e poi rivederlo di nuovo”, dice Bez. “Era un modo di operare che richiedeva tempo”.
Questo accadeva fino a circa sette anni fa, finché Ego non investì in una dotazione di stampanti 3D fornite da MakerBot. Bez riconosce che da allora la tecnologia è diventata sempre più sofisticata e di grande effetto. “Grazie alle stampanti Formlabs Form 2 di cui disponiamo ora, possiamo effettuare 20 o 30 iterazioni e testarle in un paio di settimane. Invece di sprecare tempo e denaro per la revisione dei prodotti, l’integrazione con il software attuale consente di semplificare il lavoro dell’operatore addetto ad apportare le modifiche e di ottenere risultati nel giro di poche ore”.
Approccio rivolto alla comunità
Bez non aveva minimamente l’intenzione di diventare il titolare di un’azienda di successo nel settore delle macchinette per tatuaggi o di diventare la figura di riferimento di una comunità di creatori ispirati dal fondatore di Ego e Triple Six Studios.
I suoi laboratori, però, hanno attirato altri creatori come la fiamma con le falene, e lui ci mette l’anima. L’ultima sede di Ego e Triple Six Studios l’ha scelta perché ha il potenziale di diventare un “alveare creativo” per produttori e ingegneri in quello che una volta era un fiorente centro produttivo locale.
“Ci stiamo espandendo sempre di più con stampanti e strumenti 3D. Perciò abbiamo dovuto spostare le nostre sedi per avere lo spazio di cui abbiamo bisogno”, spiega Bez. “Tant’è che abbiamo dovuto traslocare tre volte negli ultimi sei mesi”.
“Speriamo che questo sia un posto che ci permetta di attirare persone con la stessa mentalità e la stessa voglia di utilizzare le nostre attrezzature per scopi creativi”, continua. “Il mio obiettivo finale è raccogliere talenti in un centro di idee e prodotti straordinari, senza dover viaggiare in tutto il mondo per realizzare il mio sogno”.
In particolare, Bez si è ritagliato più tempo per trovare un equilibrio di cui non potrebbe essere più felice: fare tatuaggi qualche giorno alla settimana e lavorare per Ego. “La combinazione tra il mestiere di ingegnere e quello di tatuatore mi stimola creativamente e mi permette di ottenere maggiori gratificazioni da entrambe le discipline”, conclude.