L’architettura nordica, star dell’architettura sostenibile: 3 esempi lo dimostrano
- Dopo la crisi petrolifera degli anni ’70, l’architettura nordica si è evoluta con l’obiettivo di essere più eco-sostenibile. I seguenti esempi dimostrano quanto sia importante creare questa sostenibilità.
- Nella Groenlandia artica, una struttura residenziale psichiatrica favorisce il contatto dei pazienti con la natura grazie ad una “architettura terapeutica” basata sull’evidenza.
- Una prigione a misura d’uomo in Islanda e una torre per uffici in legno in Svezia esaltano efficienza energetica, basso impatto ambientale e versatilità modulare.
Nel 2019, Lars Strannegard, presidente della Stockholm School of Economics, ha dichiarato al Financial Times che nei paesi nordici le aziende cercano di rendere “la sostenibilità parte di ogni cosa”. “Non è un caso che Greta Thunberg sia svedese”, ha detto. “Il legame con la natura qui è chiaro. Gran parte dell’industria è basata sulla natura e questa fa parte della cultura”.
Non sorprende, quindi, che la sostenibilità sia un argomento che danesi, finlandesi, svedesi, norvegesi e islandesi prendono sul serio. Città o campagna, residenziale o commerciale, c’è qualcosa di inspiegabilmente affascinante nelle aree edificate di questa regione.
L’architettura nordica predilige materiali grezzi, come legno e pietra, e progetti che massimizzano l’impatto della luce naturale. C’è anche la convinzione che gli spazi debbano essere adattabili e gli edifici facili da smontare. Ogni cosa sembra imitare colori e contorni prestabiliti da Madre Natura. È un’estetica basata su semplicità, minimalismo e funzionalità efficiente, quasi sempre confezionata in un involucro sostenibile.
Cosa si nasconde, comunque, dietro quell’attenzione alla sostenibilità tipica del design nordico? Potremmo pensare che sia colpa del freddo. Del resto, quando per la maggior parte dell’anno è buio e le temperature sono invernali, ha assolutamente senso creare spazi che esaltino la luce e trattengano il calore.
Questa spiegazione, tuttavia, potrebbe essere troppo riduttiva. Noel Wibrand, direttore digitale dello studio di architettura danese Dorte Mandrup, afferma che le realtà geopolitiche sono state altrettanto determinanti. Secondo Wibrand, la crisi petrolifera degli anni ’70 è stata un elemento decisivo che ha portato lo Stato a modificare il sistema fiscale – e a trasformare i regolamenti edilizi in modo che gli architetti si concentrassero sul consumo energetico sin dalle fasi iniziali della progettazione.
Questi cambiamenti hanno permesso ai costruttori e ai governi nordici di prendere sul serio, e più rapidamente, le preoccupazioni ecologiche e di essere tra i primi a individuare i vantaggi del Building Information Modeling (BIM) e dei principi di generative design.
Leggi il seguito per sapere come gli esperti di Dorte Mandrup, insieme agli studi di architettura leader White Arkitekter e Arkis arkitektar, hanno realizzato tre progetti unici alla maniera nordica: incorporando la sostenibilità in tutto, dai materiali alla gestione del ciclo di vita dell’edificio, fino alla sua eventuale demolizione.
“Come dimostrato da questi progetti, le decisioni di progettazione sostenibile portano a un’architettura terapeutica, a strutture più sicure e alla riduzione degli sprechi”, afferma Lynelle Cameron, vicepresidente della Sostenibilità di Autodesk e direttore generale della Fondazione Autodesk. “Tali decisioni spingono verso un’economia a zero emissioni di carbonio e sono un vantaggio per le persone e per le tasche”.
1. Favorire il contatto tra i pazienti e la natura per una clinica in Groenlandia
Chiunque costruisca nel clima ostile della Groenlandia deve accettare ciò che offre Madre Natura. Cercare di imporre la volontà umana al paesaggio non è mai una buona idea.
Di conseguenza, quando l’azienda svedese White Arkitekter ha vinto l’appalto per progettare una nuova struttura residenziale psichiatrica per il Dipartimento della Salute della Groenlandia, il suo studio di Oslo ha dovuto valorizzare al meglio l’ubicazione artica del sito in ogni aspetto della pianificazione: temperature sotto zero, venti sferzanti, clima umido, lunghi periodi di oscurità invernale, tempi di costruzione brevi e materiali di origine locale insufficienti o assenti. Tutti i materiali dovevano essere trasportati al sito via mare e questo ha orientato la scelta di realizzare una costruzione in legno.
Nonostante le condizioni avverse, il briefing del progetto invitava a costruire qualcosa che migliorasse il contatto con la natura sia per i pazienti che per il personale. Ogni stanza, corridoio e area pubblica doveva avere un aspetto rilassante e naturale per ridurre lo stress e favorire i risultati terapeutici.
White Arkitekter ha coinvolto il suo team specializzato, che vanta una solida esperienza nella progettazione basata sull’evidenza e nell'”architettura terapeutica”. Il team si è avvalso della posizione sul mare del sito e ha utilizzato l’illuminazione dinamica per rimanere in sintonia con i ritmi naturali della luce del giorno e favorire la sensazione di calore.
“La Groenlandia ti obbliga ad essere sostenibile”, afferma Gina Bast Mossige, project manager di White Arkitekter Oslo per la clinica. “L’Artico offre una bellezza mozzafiato, quindi volevamo che l’edificio agevolasse il contatto con il paesaggio esterno. La natura, però, può essere ostile: le condizioni meteorologiche impongono costruzioni in grado di coesistere con il freddo eccessivo, il buio e le piogge abbondanti”.
Queste condizioni difficili hanno costretto il team di progetto di Mossige a sfruttare al massimo la tecnologia BIM. Lavorando principalmente dai loro uffici in Svezia e Norvegia, gli architetti di White hanno utilizzato BIM 360 di Autodesk per semplificare la collaborazione con i clienti. Hanno anche applicato il generative design alla modellazione di varie opzioni che tenessero conto degli obiettivi strutturali, terapeutici e di sostenibilità della clinica, nonché per massimizzare l’esposizione alla luce del giorno.
La struttura offre ai pazienti anche esperienze all’aperto che contribuiscono a ridurre la sensazione di restrizione. Un giardino interno, affacciato sull’atrio della struttura, semiclimatizzato e acusticamente indipendente dal resto dell’edificio, è stato concepito per permettere ai pazienti di avvicinarsi alla natura e può essere adattato per soddisfare il mutare delle stagioni.
La clinica, il cui completamento è previsto quest’anno, ha già vinto un premio al World Architecture Festival nella categoria Future Health e una menzione d’onore allo European Health Design (2019).
2. Equilibrare sicurezza penitenziaria e sostenibilità in Islanda
Quando si parla di carceri e sostenibilità, bisogna trovare un equilibrio tra le sfide ecologiche e la cura e il comfort dei detenuti, e le regole e le restrizioni giudiziarie legate alla detenzione. La sicurezza dei detenuti e del personale è una preoccupazione costante. Ogni elemento costruttivo, fino alle cerniere e agli elementi di fissaggio, deve essere inespugnabile. Nessuno di questi obiettivi è facile da raggiungere. È possibile inserire anche la sostenibilità in tutto questo?
Sì, dicono i pluripremiati progettisti della ditta islandese Arkis Arkitektar. I loro progetti per il carcere di Holmsheidi, alla periferia di Reykjavik, hanno ottenuto numerosi riconoscimenti grazie al loro approccio innovativo che associa obiettivi architettonici complessi e non convenzionali. Holmsheidi ospita tre tipi di detenuti con esigenze e prescrizioni giudiziarie diverse. Inoltre, essendo la prima prigione costruita in Islanda dalla fine del 1800, rappresenta un progetto di alto profilo che viene seguito da committenti del settore pubblico di tutto il mondo.
Il governo islandese aveva tre serie di obiettivi di sostenibilità per il progetto. Oltre agli obiettivi ecologici per ridurre al minimo l’impatto ambientale, Arkís doveva garantire l’efficienza in termini di costi di gestione dell’edificio, soprattutto per quanto riguarda il consumo energetico e la manutenzione. Inoltre il fabbricato doveva promuovere la sostenibilità sociale attraverso miglioramenti proattivi della vita dei detenuti. Infine, la prigione doveva essere un progetto pilota destinato all’uso della tecnologia BIM nell’edilizia del settore pubblico.
Holmsheidi ospita detenuti che scontano condanne brevi, detenuti in attesa di giudizio o del completamento del processo, ed è la prima prigione femminile in Islanda. Questi tre gruppi hanno esigenze specifiche e devono essere rigorosamente separati gli uni dagli altri. La detenzione deve essere controbilanciata da un trattamento umano e dalla successiva riabilitazione.
“È un insieme interessante di sfide che pone molti interrogativi”, afferma Þorvarður Lárus Björgvinsson, amministratore delegato di Arkís. “Come creare un ambiente che accolga le diverse microsocietà che si sviluppano all’interno di un carcere? Abbiamo eseguito molte simulazioni per testare diversi progetti in termini di parametri di sicurezza, materiali, controllo dell’inquinamento e consumo di energia. Tutte le carceri utilizzano fondamentalmente gli stessi sistemi degli edifici normali ma, naturalmente, devono anche tenere conto dei sistemi di sicurezza e sorveglianza”.
“Inoltre, le strutture interne devono essere particolarmente robuste”, afferma Björn Guðbrandsson, architetto e partner di Arkís. “Non basta praticare un nuovo foro ogni volta che viene fuori qualcosa di inaspettato. Ogni modifica deve essere valutata per le eventuali vulnerabilità. La tecnologia BIM ci ha davvero aiutato a gestire tutti questi requisiti, a volte contraddittori”.
3. Costruire la struttura in legno più grande d’Europa in Svezia
È possibile costruire una torre con degli alberi? Il team che ha generato il progetto Kaj 16 attualmente in costruzione a Göteborg, in Svezia, mira a trasformare questo obiettivo sostenibile in realtà. Progettato dallo studio di architettura danese Dorte Mandrup, il nuovo edificio multipiano che si affaccia sul lungomare di Göteborg eviterà il tradizionale vetro e acciaio a favore del legno, diventando la più grande struttura in legno d’Europa.
Adagiato su una base trasparente che collega la banchina con i negozi e la zona pedonale, il Kaj 16 è composta da uffici e unità abitative. Il progetto utilizza una varietà di legnami svedesi, oltre ad erbe e arbusti che prosperano nei microclimi presenti alle diverse altezze. La base dell’edificio è stata in gran parte recuperata dalla costruzione già esistente nel sito. Sebbene questi elementi siano probabilmente sufficienti per fissare le credenziali di sostenibilità dell’edificio, Dorte Mandrup sta anche progettando la struttura in modo che possa evolversi nel corso dei decenni.
“Il ciclo di vita degli edifici è un altro aspetto importante della sostenibilità al quale ci stiamo dedicando con questo progetto”, afferma Wibrand di Dorte Mandrup. “Non volevamo basarci sul tradizionale periodo di 50 anni in cui si costruisce per uno scopo e poi si lascia la demolizione a qualcun altro in futuro. Stiamo usando il generative design per creare una griglia che dia flessibilità alla struttura”.
Wibrand e il suo team hanno utilizzato la tecnologia basata su cloud per creare opzioni modulari che consentano di convertire facilmente gli spazi interni da commerciali a residenziali o viceversa. Gli strumenti di generative design semplificano l’analisi dell’impatto di luce solare, vento, freddo e acqua piovana sul fabbisogno energetico dell’edificio e aiutano a prevedere l’effetto degli agenti atmosferici sull’esterno in legno. I progettisti stanno anche pianificando un eventuale smontaggio, per semplificare alle generazioni future la trasformazione del sito per una destinazione d’uso del tutto nuova.
Anche questo progetto, come gli altri due, fornisce un esempio perfetto di come il design basato sui dati possa promuovere i valori nordici e esprimerli in modo innovativo, attento al budget ed ecocompatibile.